domenica 18 agosto 2013

Furti in casa, mela tradisce ladro

Frutto proibito lo è da sempre. Ora è anche strumento per catturare un topo d'appartamento. Durante un furto in un'abitazione del Veneziano, un albanese di 28 anni, pluripregiudicato, non ha resistito alla tentazione di mangiare una mela e proprio i dati del Dna, raccolti sui resti del frutto, hanno permesso ai carabinieri di risalire all'autore del gesto denunciandolo in stato di libertà.
Il ladro, in Italia senza fissa dimora, nel marzo 2011 avrebbe commesso due furti in abitazione nel centro abitato di Vigonovo (Venezia), durante i quali venivano asportati monili in oro per un valore complessivo di ottocento euro.

I militari avevano repertato, in sede di sopralluogo, i resti di una mela, mangiata dall'autore dei furti e proprio da questa il Ris di Parma è risuscito ad estrapolare il Dna, che risultava appartenere al 28enne pluripregiudicato albanese, che è stato pertanto deferito in stato di libertà con l'accusa di furto in abitazione continuato.

Fumo in cabina sul volo Ancona-Roma

Un aereo Saab 2000 della Darwin Airline, la compagnia svizzera che copre la rotta Ancona-Roma in base ad un accordo di code-share con Alitalia, è rientrato sabato sera in pista ad Ancona pochi minuti dopo il decollo - programmato alle 19:30 - perché c'era del fumo in cabina. Nessun problema, ma molta paura, per i passeggeri. "L'aereo - fa sapere l'Aerdorica, società di gestione dello scalo - è atterrato regolarmente, senza procedure di emergenza".
I passeggeri hanno raccontato di aver vissuto attimi di paura e ansia, come riporta il Resto del Carlino. Non sono mancati i disagi, come le mancate coincidenze con i voli internazionali. Cancellati anche i due successivi voli diretti verso la Capitale per consentire un accurato check-up del mezzo.

Terni, picchia moglie: allontanato

E' accusato di aver maltrattato ripetutamente la moglie, anche davanti alla figlia di 10 anni. Per questo motivo un ucraino di 33 anni, residente a Terni, è stato allontanato da casa. La misura cautelare prevede anche il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie. A maggio la donna è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso dopo essere stata picchiata.

SPAGNA, STRANA CREATURA MARINA EMERGE DAL MARE: I RESTI TROVATI SULLA SPIAGGIA

I resti di uno strano animale marino sono apparsi giovedì presso la spiaggia Luis Siret, a Cuevas de Almanzora (Almería) in Spagna. Non si sa ancora di che specie si tratti, anche se l'Associazione spagnola per la Difesa della Fauna Marina (Promar), che studia le sue fotografie, ritiene che sia un tipo di pesce. Secondo il quotidiano Almeria Ideal, il "corpo estraneo" di oltre quattro metri di lunghezza è stato trovato dopo che la testa era stata rinvenuta da una donna che era nella zona e che ha allertato la Protezione Civile.

SALERNO, STRANA PIETRA PRECIPITA IN UN CAMPO. I TESTIMONI: "È UN METEORITE"

Una scia luminosa nel cielo e la felicità di credere che fosse una stella. Era il 28 luglio, magari una stella in anticipo.

La traettoria di quella scia era finita nel cortile di quella casa di Torello, a Mercato San Severino. Mario Pellegrino, il padrone di casa, l’aveva vista cadere, e aveva enumerato i desideri: un po’ di soldi, la salute per sè e per tutti i familiari. Desideri, alla fine, modesti. Lui sognava la svolta.  Ma non volle esagerare. 




La mattina dopo Mario Pellegrino, sessant’anni, la licenza di fuochista appesa da qualche parte in casa, credette di aver sognato. Andò fuori, giusto per togliersi ogni scrupolo. E nel recinto del suo maialino trovò una pietra con un forte odore di zolfo.

Un meteorite? Ne sapeva poco e così, un po’ emozionato e pure incerto, bussò alla porta del suo amico Vincenzo Moreno, a un tiro di schioppo da Torello. Gli mostrò quella pietra. 



Nemmeno Vincenzo ne sapeva molto. La pietra finì in una busta, come una reliquia. Pensarono: vabbè e se fosse preziosa? Se, invece che la stella, potevano legare a questo strano minerale la loro fortuna? Toccò a Mario custodire quello sconosciuto tesoro. Lui è stato custode per una vita, alla Polveriera, dove si fabbricano i botti per le feste patronali. Sa come si maneggia una cosa delicata. Vincenzo, invece, ha fatto il sarto, una vita a tagliare e cucire. E così hanno pensato di mostrarla a qualcuno, ma chi valuta se una pietra è o non è un pezzo di un universo o poco più di una pietra pomice?

Così hanno voluto fotografarla e lanciare un appello attraverso il nostro giornale. Cos’è questa pietra e quanto vale? E nel pomeriggio infuocato della vigilia di Ferragosto si sono messi in cammino, la pietra sempre nella tasca dei pantaloni di Mario, il proprietario della pietra. «Qualche esperto la vedrà sul giornale e ci dirà, noi non ne capiamo nulla». Fosse stata una stella, avrebbero potuto affidarle i propri desideri. Ma col meteorite, come si fa? Il dieci agosto tutti e due hanno guardato il cielo, insieme. Ma non c’erano stelle e neppure meteoriti.

VENTOTENE, RAGAZZA DI 20 ANNI SUICIDA PER AMORE: LANCIO IN MARE IL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO

Ha scelto il giorno del suo ventesimo compleanno per togliersi la vita. Un gesto estremo quello di una ragazza di Ventotene che la notte scorsa si è lanciata nel vuoto da punta Pascone, precipitando per circa 70 metri prima di finire sugli scogli. L'ultimo a vederla è stato il fidanzato, al quale aveva scritto una lettera. E' corso fino ai campi della sua famiglia, dove la ragazza ha deciso di gettarsi in mare, quando ormai era troppo tardi. La giovane, stando ai primi accertamenti dei carabinieri, era delusa proprio dalla relazione con il fidanzato. Punta Pascone si trova dalla parte opposta rispetto al porto di Ventotene, un'isola sconvolta per il gesto di una ragazza nota e stimata da tutti. Quando è stata soccorsa da personale della protezione civile respirava ancora, si è cercato di rianimarla al porto ma non c'è stato nulla da fare. La salma è stata trasferita questa mattina a Formia, dove sarà eseguita l'autopsia.

IMU, LETTA: "SOLUZIONE ENTRO FINE MESE". TAGLI SU AUTO BLU E AEREI DI STATO

Con la riduzione delle auto blu e degli aerei di Stato, il premier Enrico Letta annuncia i tagli a favore della Protezione Civile. Le auto di servizio presso la presidenza del Consiglio dei ministri subiranno un taglio del 25%.
VOLI E AEREI Voli di Stato «più che dimezzati» e vendita dei tre dei dieci aerei della flotta della presidenza del Consiglio. Sono le misure annunciate dal premier Enrico Letta, che annuncia un risparmio di «circa 50 milioni», che saranno «assegnati alla Protezione civile per rendere più forte il contrasto agli incendi» con elicotteri e Canadair.

IMU «Ribadisco che troveremo una soluzione entro il 31 agosto». Così il premier Enrico Letta, annunciando tagli su auto blu e voli di stato a Palazzo Chigi, risponde a chi gli chiede se sull'Imu il governo troverà una soluzione già nel consiglio dei ministri del 23 agosto.

DALL'OGLIO «Purtroppo non abbiamo notizie» sul gesuita Padre Dall'Oglio, che, secondo quanto annunciato da un sito arabo sarebbe morto. Lo dice il presidente del Consiglio EnricoLetta. «Ho cercato anche adesso le ultime notizie -aggiunge il premier- non c'è nessuna conferma. Ovviamente siamo tutti trepidanti per una informazione che è arrivata dalla Siria. Siamo alla ricerca di informazioni e di contatti ogni minuto, in contatto continuo con la Farnesina e i Servizi».

CRISI, LETTA: "ABBIAMO FATTO TANTI SACRIFICI. BASTA SEGUIRE L'EUROPA, L'ITALIA PUÒ FARCELA"

«Dobbiamo avere maggiore fiducia in noi stessi. Uscire da quella cappa di sottovalutazione, autolesionismo, benaltrismo che troppo spesso ci toglie ossigeno. Dimostrare all'Europa e al mondo che non c'è più bisogno che ci si dica di fare i "compiti a casa"»: lo ha detto il premier Enrico Letta in un'intervista a "Il Sussidiario.Net" anticipando alcuni dei temi con cui aprirà domani il Meeting di Cl.
«I sacrifici li abbiamo fatti, l'Italia può farcela». «I sacrifici li abbiamo fatti e li stiamo facendo non perché ci sia qualcuno a imporceli, ma perché siamo un Paese adulto che vuole ricominciare a costruire il futuro dei propri figli. Un Paese che vuole parlare quel linguaggio della verità e della responsabilità al quale Napolitano ci ha richiamato. L'Italia può farcela: questo è il messaggio».

«Italia competitiva solo con Ue più solida e unita». «Il mondo cambia, il mondo corre - dice l'Italia - L'Italia, da sola, non può semplicemente reggere questa rivoluzione. Può, invece, farcela e tornare a competere solo dentro un'Europa più solida e unita, anche e soprattutto sul piano politico. Parlo però di un'Europa diversa da quella che abbiamo osservato in questi anni di crisi».

«Basta con l'Europa del rigore, ora serve l'europa dei popoli». «Quella che auspico - sottolinea Letta - non è l'Europa del rigore e basta, ma l'Europa dei popoli, quella che costruisce risposte concrete ai bisogni e ai problemi veri delle persone. E le conclusioni del Consiglio europeo di giugno contro la disoccupazione, «segnano un cambio di passo. E' in tale direzione che vogliamo e possiamo continuare a insistere».

"ASSUMO SOLO STRANIERI, ITALIANI SENZA FAME". L'IMPRENDITORE DENUNCIA E IL WEB: "CHIAMACI"

Gli italiani non hanno voglia di lavorare, non hanno fame, al contrario degli stranieri, disponibili a turni tripli senza giorni di riposo. La denuncia arriva da Giovanni Pagotto, presidente dell'Arredo Plast Spa, che in un'intervista ha confessato di «trovare soltanto stranieri disposti a lavorare, perchè gli italiani non hanno fame». Le sue parole hanno scosso molto i sindacati di categoria, oltre ad aver scatenato la reazione del popolo del web. Si va dall'utente indignato a quello incredulo, fino a quello che che grida: «Non è vero, assumici».
VALUTEREMO I CV «So che con le mie parole mi sono fatto qualche nemico - ha commentato Pagotto - ma ho soltanto illustrato una situazione che avviene nella mia azienda. Adesso siamo sommersi da mail e fax con i curriculum delle persone». Il presidente di Arredo Atlas ha anche annunciato un ampliamento del personale per il nuovo anno ed ha invitato le persone a fare richiesta: «Valuteremo chi avrà voglia di lavorare, ma non dimentico che è soltanto grazie agli stranieri che la mia azienda ha avuto modo di emrgere e crescere nel mercato». A chi insunuava che gli stranieri assunti alla Atlas fossero sfruttati e sottopagati, Pagotto ha risposto prontamente: «Ma quale sottopagati, un capo servizio prende 1.600 - 1.700 euro al mese senza straordinari». Adesso la palla passa ai lavoratori.

SI TUFFA DI NOTTE NEL LAGO DI GARDA: 25ENNE RITROVATO SENZA VITA

Ha fatto un tuffo nel lago per rinfrescarsi,in una bella sera d'estate, ma è scomparso dopo poche bracciate ed è annegato. ​È accaduto nella notte, intorno alle 2.30 a Riva del Garda, dopo una festa tra amici. Erano un piccolo gruppo e Daniele Battocchi, 25 anni, della vicina Tione, si è tuffato dal pontile. Ha nuotato un poco sotto gli occhi di due o tre amici, poi il nulla. Gli altri ragazzi hanno urlato per chiamarlo, hanno cercato di guardare in acqua, ma invano. Chiamati i soccorsi, sul posto sono intervenuti polizia e vigili del fuoco, coi sommozzatori subito al lavoro. L'hanno recuperato un'ora dopo, ma i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Tra le ipotesi in campo per la disgrazia una congestione, considerata anche la temperatura dell'acqua del lago a quell'ora della notte.

BERLUSCONI: "NON MOLLO, RESISTO E VADO AVANTI". MINACCIA AL PD: CON DECADENZA GOVERNO A RISCHIO

«Farò sino all'ultimo l'interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio, io resisto. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio».
Parola di Silvio Berlusconi, che ieri sera in vivavoce si è rivolto così agli attivisti Pdl di Bellaria ,riviera riminese.

LA MINACCIA Silvio Berlusconi non intravede alcuna exit strategy giudiziaria dopo la condanna nel processo Mediaset e cresce a dismisura il nervosismo ad Arcore, ma anche tra le fila del Pdl che, come per un ordine di scuderia, ha alzato il tiro sul governo e avvertito il Pd: se in Giunta voterà per la decadenza del Cavaliere sappia che farà saltare Letta.
Non deve avere portato consiglio in quel di Arcore la nota del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Con il trascorrere dei giorni la matassa si ingarbuglia sempre di più e il Cavaliere, di umor nero, si sente sempre più stretto nell'angolo. Resta in trincea ad Arcore e con i suoi legali tenta di individuare ancora una possibile via di uscita che gli assicuri quella agibilità politica che gli consenta di rimanere in sella affrontando a testa alta anche le traversie giudiziarie. Ma, secondo quanto si apprende, ancora tutto resta in alto mare. Berlusconi sembra sempre meno convinto di ricorrere alla grazia e ripete: «Sarebbe come ammettere di essere colpevole»; e si guarda con trepidazione alle prossime mosse della Giunta delle immunità del Senato che il Pdl vorrebbe in qualche modo disinnescare.

Come? Semplice - dicono in coro nel centrodestra - basta che il Pd voti insieme al Pdl, e il Cavaliere sarebbe salvo e con lui tutto il governo. Oggi dal Pdl hanno martellato proprio su questo aspetto passando il cerino acceso nelle mani dei Democrat. Basta ascoltare le parole di esponenti come Antonio Leone il quale ha detto chiaro e tondo che se il Pd vota per la decadenza di Berlusconi da senatore, il governo Letta rischia grosso. Il messaggio è chiaro: per tenere in piedi Letta non si deve far cadere Berlusconi. E anche Fabrizio Cicchitto ha confermato la linea: senza la mediazione del Pd l'esecutivo va in panne. E certo - ha aggiunto - gli affondi di Zanda e Bindi non aiutano ma anzi avvelenano il clima.

Ma i Democrat continuano a volteggiare sul Cav e non fanno sconti anche a costo di mettere a repentaglio lo stesso governo. Rosy Bindi ha detto che non si piegherà mai al "baratto-ricatto" con la tenuta del governo, anche perché - ha argomentato - «se il Pd non voterà per la decadenza decreterà la propria
fine». Distanze siderali, dunque, che non promettono niente di buono per il Cavaliere, dato per spacciato anche da qualcuno che gli è vicino. E questo perché (come è noto), dopo Mediaset dietro l'angolo ci sono altre sentenze pesanti in arrivo: su Ruby e sulla compravendita di parlamentari.

Questa presa d'atto e di coscienza nel Pdl avrebbe generato una guerra intestina tra i falchi e le colombe, per spartisti i posti che contano, anche in vista della ristrutturazione del Pdl e quindi di nuovi organigrammi. Le colombe governative stanno fronteggiando uno degli assalti più feroci da parte dei rapaci doc. Amareggiati e preoccupati nel vedere Berlusconi proteso verso la "pitonessa" Daniela Santanchè perché - avrebbe spiegato - «Daniela è l'unica che mi difende».

venerdì 16 agosto 2013

INFARTO MENTRE SOCCORRE GLI IMMIGRATI: MUORE COSIMO, COMANDANTE DEI VIGILI

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Il colonnello Cosimo Fazio, Comandante dei vigili urbani di Reggio Calabria, Cosimo Fazio, è morto per infarto mentre coordinava le attività di soccorso per gli immigrati sbarcati stamane nel porto. Fazio, 56 anni, in servizio presso la scuola allievi carabinieri con il grado di Tenente Colonnello, aveva avuto da 10 giorni l'incarico di dirigere la polizia municipale di Reggio Calabria. Durante le operazioni di sbarco degli immigrati il comandante dei vigili urbani ha avvertito un malore e si è accasciato a terra. È stato immediatamente soccorso sia dal personale del servizio 118 presente sul posto e sia da altre persone ma è deceduto poco dopo. Il corpo è stato portato presso l'ospedale di Reggio Calabria.

MILANO, AGGRESSIONE CON L'ACIDO: USTIONATO UN TUNISINO DI 35 ANNI

Un uomo di 35 anni, con passaporto tunisino, è stato aggredito stamani in via Oslavia a Milano, zona Lambrate, da un uomo che gli ha gettato addosso dell'acido ustionandolo alle gambe e ai piedi. L'aggressore, che dalla descrizione sembra sia uno straniero, si è subito dato alla fuga. Il tunisino è stato accompagnato all'ospedale Niguarda dove è stato sottoposto alle cure del caso. Non è chiaro se i due si conoscessero. Per le indagini è intervenuta la polizia.

martedì 6 agosto 2013

Ospedale pieno, elisoccorso guasto: una donna muore dopo un parto cesareo andato male

E' morta dopo aver atteso per ore l'arrivo dell'elisoccorso, bloccato per un guasto. E' accaduto a Nicosia (Enna) dove Antonina Seminara, 40 anni, era stata operata per un cesareo d'urgenza. Subito dopo il parto, i medici hanno disposto il ricovero in rianimazione: unico ospedale con posti disponibili quello di Sciacca. Ma prima dell'arrivo dell'elicottero sono passate due ore. La donna è morta poco dopo il suo arrivo in ospedale.
Una serie di sfortunati eventi sui quali adesso si dovrà fare chiarezza. Lo chiedono i familiari di una donna morta nell'Ennese dopo il parto. A farne le spese è stata una quarantenne che ha partorito un bambino senza vita e poi, dopo qualche ora dal cesareo, è deceduta per alcune complicazioni. Antonina Seminara, originaria di Gangi (Palermo), era ricoverata nell'ospedale di Sciacca (Agrigento), dove era arrivata dopo avere aspettato per ore l'elisoccorso.

La donna era giunta in nottata nel nosocomio di Nicosia (Enna) in condizioni precarie al termine della gravidanza. I medici le hanno praticato il cesareo, ma il bimbo non ce l'ha fatta. I sanitari ne hanno così disposto il ricovero in Rianimazione. Ma nè ad Enna nè a Caltanissetta erano disponibili posti. L'unico libero era a Sciacca.

Ad allungare i tempi di attesa è stato anche un guasto al mezzo dell'elisoccorso di stanza a Caltanissetta che era fuori uso: così dopo due ore di attesa e la richiesta di intervento da parte dei medici giunta dai carabinieri, è arrivato un elicottero da Palermo. I familiari di Seminara hanno presentato una denuncia ai militari dell'Arma e la procura di Nicosia ha aperto un'inchiesta. I medici dell'ospedale di Nicosia hanno precisano che la donna durante l'attesa è rimasta sotto costante monitoraggio. Ma i familiari chiedono che sia fatta luce sui ritardi.

PALI DIVELTI PER FAR SPAZIO AL PALCO, APERTA INCHIESTA PER DANNEGGIAMENTO

La procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di danneggiamento, in relazione al sit-in pro Berlusconi andato in scena domenica scorsa in via del Plebiscito. L'azione penale ha preso spunto da una relazione dei vigili urbani.
Nella relazione della Municipale della Capitale si sottolinea che due pali della segnaletica stradale sono stati segati al fine di consentire il montaggio del palco sul quale ha preso la parola l'ex presidente del Consiglio. La procura ha chiesto ai vigili urbani di svolgere ulteriori accertamenti per risalire ai responsabili del gesto che, in ogni caso, potrebbero chiedere di essere ammessi all'oblazione, l'istituto del codice che consente l'estinzione del reato.

MILITARE MORTO FOLGORATO A 21 ANNI, BERNARDO ERA DI GUARDIA AI CARRI ARMATI

Il commilitone con cui stava facendo un semplice servizio di vigilanza ad un carro ferroviario che stava trasportando mezzi blindati ha visto un bagliore ed ha sentito un tonfo. È morto così, ieri sera alle 22.40 allo scalo merci di Ravenna, Bernardo Ceraldi, caporale di 21 anni in servizio alla brigata Friuli, ucciso da una scarica elettrica di 3mila volts.
I due militari stavano facendo un servizio di vigilanza, non armato, al convoglio. I carri armati erano giunti a Ravenna ieri pomeriggio da un reggimento nel nord in attesa di essere scaricati questa mattina e portati a destinazione.

Secondo una prima ricostruzione, il giovane militare sarebbe salito su uno dei carri in transito e avrebbe toccato i cavi dell'alta tensione. L'altro militare ha immediatamente dato l'allarme, richiedendo i soccorsi del 118 che si sono, però, rivelati vani: i medici hanno provato a rianimarlo, prima di constatare il decesso per folgorazione. Il corpo, come ha spiegato la Brigata aeromobile Friuli, è stato ritrovato sopra uno dei mezzi corazzati a bordo di uno dei pianali ferroviari. La procura di Ravenna sta indagando per chiarire completamente la dinamica dell'incidente.

L'autopsia potrebbe non essere necessaria. Bernardo Ceraldi era originario di Formia, ma residente nel Casertano. Arruolatosi nell'esercito nel marzo 2012, era in servizio nel 66/o Reggimento fanteria di stanza a Forlì.

«La notizia della sua morte - ha scritto, in un telegramma inviato al Capo di stato maggiore dell'Esercito Claudio Graziano, il ministro della Difesa Mario Mauro - mi ha profondamente colpito. In questa tristissima circostanza voglia accogliere i sentimenti di sincero cordoglio delle forze armate e del personale civile della Difesa, nonchè la mia sentita personale partecipazione al gravissimo lutto che ha colpito l'Esercito». Un messaggio di cordoglio alla famiglia è stato inviato anche dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani.

BERLUSCONI, NAPOLITANO: "STOP INTRUSIONI". GHEDINI: "SI RIFLETTA SU VALUTAZIONI SENTENZA

Dopo le numerose polemiche sono arrivati i primi interventi che sollecitano alla riflessione. Giorgio Napolitano «si augura che non si eserciti su di lui, attraverso interpretazioni infondate e commenti intempestivi, una intrusione in una fase di esame e riflessione che richiede il massimo di ponderazione e serenità». Lo si apprende da ambienti del Quirinale che smentiscono quanto riportato oggi dal Corriere della Sera.
LE PAROLE DI GHEDINI «Il fatto in sè è ovviamente gravissimo e senza precedentì». «Gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l'accaduto che non potrà non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa». Lo dichiara l'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, in merito all'intervista del giudice Antonio Esposito.
«Solo nei processi nei confronti del presidente Berlusconi possono verificarsi fatti simili», afferma Ghedini in una nota. «Prima del deposito della motivazione nel processo cosiddetto 'Diritti ' - spiega il legale dell'ex premier - il presidente del collegio della sezione feriale della Corte di Cassazione dott. Esposito avrebbe anticipato le motivazioni della sentenza ad un giornalista del Mattino di Napoli che lo ha riportato con grandissimo risalto. Il fatto in sè è ovviamente gravissimo e senza precedenti». «Fra l'altro il dott. Esposito avrebbe affermato che il presidente Berlusconi sarebbe stato avvertito delle asserite illecite fatturazioni da 'Tizio, Caio e Sempronio ' e per ciò meritava la condanna - prosegue Ghedini -. La tesi in punto di diritto è del tutto errata, ma come qualsiasi controllo degli atti può dimostrare, così non è. Mai nessun testimone ha dichiarato che Silvio Berlusconi conoscesse o si occupasse dell'acquisto dei diritti cinematografici nè in particolare che si occupasse degli ammortamenti o delle dichiarazioni fiscali». «Dunque - prosegue Ghedini - il presidente Berlusconi doveva essere assolto. Ma sempre il dott. Esposito quest'oggi ha smentito l'intervista affermando di aver parlato in generale. La tesi già di per sè sarebbe assai peculiare poichè è facile cogliere l'inopportunità di tale intervento senonchè il direttore del giornale in questione ha dichiarato che l'intervista al dott. Esposito è stata trascritta letteralmente e vi è la registrazione. Se così fosse tale accadimento è, come è facile comprendere, ancor più grave e dimostrerebbe un atteggiamento a dir poco straordinario. È evidente che gli organi competenti dovranno urgentemente verificare l'accaduto che non potrà non avere dei concreti riflessi sulla valutazione della sentenza emessa».

LA CASSAZIONE L'intervista rilasciata dal presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito «non inficia, nè cambia la decisione sul processo Mediaset». Lo affermano fonti della Suprema Corte che rilevano come il verdetto «è già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell'udienza».
Le stesse fonti della Cassazione sottolineano che la decisione sul processo Mediaset è stata emessa «da un intero collegio, e non da un singolo, ed è stata pronunciata sulla base di principi di legalità». Inoltre si rileva come nei processi penali in Cassazione, diversamente da quanto accade nel civile, «la decisione viene resa nota subito e non solo nel momento in cui vengono depositate le motivazioni». Dunque «in nessun modo l'intervista in questione può essere considerata come una anticipazione delle motivazioni».

Yara, analisi sul fazzoletto trovato in chiesa

Un fazzoletto trovato per terra nella chiesa di Santa Maria della Pace a Rho (Milano). Un pezzo di stoffa trovato nel luogo sacro dove sabato, su un registro, è comparsa la scritta: "Informate subito la polizia di Bergamo perchè qui è passato l'assassino di Yara. Che Dio mi perdoni". Il fazzoletto è stato preso in consegna dalla polizia e sarà analizzato, così come il registro delle firme, per stabilire se abbia o meno qualche attinenza con il caso della tredicenne di Brembate Sopra.
Un'analisi accurata alla ricerca di tracce, compreso il dna. Alcuni quotidiani riferiscono del tormento di una madre che si è rivolta ai carabinieri di Como per fugare il sospetto che il suo ragazzo sia quel figlio illegittimo (non ancora trovato) di Giuseppe Guarinoni, l'autista di Gorno (Bergamo), morto nel '99, il cui dna è riconducibile a quello trovato sugli abiti di Yara. L'esame del Dna ha dato però esito negativo.
L'inchiesta sull'omicidio di Yara, scomparsa il 26 novembre del 2010 e trovata uccisa esattamente tre mesi dopo, sin dall'inizio è stata costellata da segnalazioni rivelatesi sbagliate o provenienti da mitomani.

STRAGE BUS, MAMMA CLORINDA SI SVEGLIA DAL COMA E CHIEDE DELLA FAMIGLIA: "TUTTI MORTI"

Ha vissuto una vera e propria tragedia e non se n'è resa conto. Ha rifiutato di farsi operare ed ha chiesto di tornare a Napoli dove le è stato detto che sono ricoverati i suoi familiari Clorinda Iaccarino, la 44enne sopravvissuta all' incidente stradale del pullmann turistico precipitato il 28 luglio dal viadotto di Monteforte Irpino (Avellino), che ha provocato 39 vittime.

La donna non sa che il marito, Antonio Del Giudice, 51 anni, e Silvana, la figlia 22 enne, hanno perso la vita nell'incidente. Dopo essere stata uscita sabato scorso dal coma farmacologico in cui era stata tenuta precauzionalmente, Clorinda vive uno stato crescente di agitazione dovuto al fatto di non conoscere le condizioni dei familiari che erano con lei sul bus della morte. Ai medici del reparto di rianimazione, anche stamattina, ha chiesto di essere dimessa, rifiutando di sottoporsi all' operazione al bacino, interessato da fratture complesse, dopo quello di laparotomia cui fu sottoposta d'urgenza domenica notte. I medici - anche con il sostegno di alcuni familiari -paziente, cercano di convincerla a sottoporsi all'operazione, decisiva per le sue future condizioni di salute, e nel frattempo di prendere tempo per trovare il modo di comunicarle la tragica verità.

STRAGE BUS, SIMONA MUORE A 16 ANNI IN OSPEDALE: "LE VITTIME SALGONO A 39"

Sale a 39 il bilancio delle vittime della tragedia in Irpinia. È morta Simona Del Giudice la ragazza di 16 anni coinvolta nell'incidente dell'autobus caduto in una scarpata. La ragazza, ricoverata in rianimazione all'Ospedale Loreto Mare di Napoli, è rimasta in condizioni critiche dal giorno dell'incidente.
Nella strage la famiglia Del giudice è stata la più dilaniata: sono mori sia il padre di Simona sia la sorella, Silvana, 22 anni. La madre, CLorinda, si è risvegliata oggi dal coma chidendo dei familiari.
Sono salite così a 39 le vittime dell'incidente.

Francia, petizione online contro Carla Bruni: "Renda i soldi spesi dallo Stato per il suo sito"

Decine di migliaia di firme sono state raccolte su Internet in Francia contro l'ex Premiere dame, Carla Bruni-Sarkozy, finita nella bufera per aver finanziato il suo sito web da 410.000 euro con i soldi dei contribuenti. E nella petizione oltre 50mila persone chiedono che l'ex modella italiana rimborsi la somma, sborsata dallo Stato quando il marito, Nicolas Sarkozy, era presidente.Il testo della petizione è stato lanciato da Nicolas Bousquet, un web-designer che, da esperto del settore, considera quei 410.000 euro un costo spropositato, di quaranta volte superiore al prezzo normale di mercato. E' un sito molto semplice, senza grossi sforzi tecnici e di cui alcune parti non vengono aggiornate regolarmente", osserva. "Visto che la Fondazione Carla Bruni agisce per aiutare 'le persone vulnerabili', le chiediamo di restituire questi soldi facendo un dono di 410.000 euro ad associazioni caritative che operano per i più bisognosi", spiegano i firmatari, che tengono anche a sottolineare come i cittadini non siano "la banca dei propri eletti: paghiamo le tasse per la comunità, non per soddisfare i loro capricci lussuosi o quelli dei loro cari".
Da parte sua, la Fondazione Carla Bruni-Sarkozy cerca di difendersi, sottolineando che i contenuti del sito non hanno ricevuto un euro di contributi pubblici. "Tutti i contenuti visibili su questo sito sono stati integralmente finanziati dalla Fondazione. Non sono stati in alcun modo finanziati dallo Stato o da qualsiasi altra entità esterna alla Fondazione, e questo dai tempi della creazione del sito". Ma i promotori della petizione non si lasciano convincere dalla risposta (che tra l'altro si riferisce ai contenuti e non alla realizzazione del sito), anche perché un recente rapporto della Corte dei Conti di Parigi ha rilevato tutte le spese internet dell'Eliseo, incluso il sito della Bruni costato 330.000 euro nel 2011 e 80.000 euro nel 2012, "interamente a carico dello Stato e dunque dei contribuenti".