venerdì 24 luglio 2015

Scoperto il pianeta gemello della Terra. Si chiama Kepler 452B, potrebbe esserci vita

Una stella intorno alla quale orbita, come il nostro Sole. Un anno di 385 giorni. La medesima alternanza giorno/notte. Forza di gravità, temperatura, clima e terreno favorevoli alla presenza di acqua. Il pianeta gemello della Terra si chiama Kepler 452b: così lo ha battezzato la Nasa, che ieri ne ha annunciato la sua storica scoperta.   


 Primo indizio della soluzione all’eterna domanda dell’uomo: Siamo soli nell’universo. Se la risposta è ancora lontana, il pianeta gemello è, invece, abbastanza “vicino” da poter essere studiato. E, soprattutto, tanto simile da consentire di sperare, almeno a giudicare dalla sincera emozione con cui i dirigenti della Nasa hanno dato la notizia. 



Le uniche differenze tra i due pianeti sono nei numeri: è più grande per dimensioni - una volta e mezzo la Terra - e anche per età, con i suoi sei miliardi di anni. Una distanza questa che potrebbe rivelarsi molto interessante per la nostra ricerca, consentendoci di osservare addirittura il futuro del pianeta, almeno per clima e condizioni. «Siamo alla vigilia di poter osservare un pianeta simile alla Terra» ha annunciato Jon Grunsfeld, direttore delle missioni scientifiche della Nasa. Ora occorrerà procedere alle analisi dell’atmosfera e di ogni ulteriore dato, nel tentativo di acquisire il maggior numero possibile di informazioni utili. 


Una scoperta straordinaria, non a caso accompagnata dall’annuncio di nuove imprese: nel 2017 la Nasa lancerà un nuovo telescopio proprio per studiare i pianeti vicini con similitudini alla Terra. Kepler 452b è stato localizzato nella zona Goldilocks, area abitabile di un sistema solare che si trova a 1400 anni luce da noi. A individuarlo è stato il telescopio Kepler, lanciato nel 2009 in orbita con l’obiettivo di trovare stelle simili al Sole. «Possiamo pensare a 452-b come un cugino più vecchio della Terra, che ci dà l’opportunità di osservare come il nostro pianeta potrebbe evolversi» ha spiegato Jon Jenkins, capo analista del telescopio Kepler. E, forse - fantasia e fantascienza corrono inevitabilmente alla possibilità di trovare altre forme di vita - anche di studiare l’evoluzione di altri esseri.

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